L’Italia non verrà di certo curata dal Decreto Legge del 17 marzo, cosiddetto “CURA ITALIA”.
Mentre da Bruxelles il Presidente della Commissione europea Von Der Leyen annuncia lo stop al “patto di stabilità” tra i Governi europei, con un annuncio che permette ai Governi come l’Italia, di immettere nel mercato tutto il denaro che vogliono, il Governo nazionale si è limitato a misure superficiali e per niente incisive.
Mentre fuori le strade sono deserte, le saracinesche abbassate, e la desolazione invade le nostre città, i piccoli imprenditori e commercianti, potranno contare solo su dei crediti di imposta, sullo slittamento degli impegni finanziari, sia nei confronti dei versamenti verso le P.A. sia per i debiti verso le Banche.
Ma il disagio patito dal tessuto capillare delle microimprese italiane è economico, non finanziario.
Gli interventi del Decreto CURA ITALIA spostano solo gli esborsi, ed hanno natura prettamente dilatoria.
Ovvero, in parole povere, il Bar, il Ristorante, e tutti i piccoli commercianti, chiusi da marzo, ad aprile, e non si sa bene quando potranno riaprire, avranno perso le entrate di quei mesi, per sempre. Al contrario, i costi (affitti, personale, impegni con Istituti di credito e fornitori) dovranno ugualmente essere sborsati, o busseranno alla riapertura, in sommatoria alle spese correnti.
La stessa Cassa integrazione in deroga, per i datori di lavoro che hanno un solo dipendente, determina sempre la necessità per il datore di lavoro di far fronte ad anticipare al lavoratore, che di fatto non ha lavorato (e non ha prodotto ) quanto poi verrà riconosciuto da INPS, anche attraverso le Regioni.
Un velo pietoso, va poi steso sulla indennità di seicento euro una tantum per le partite Iva o per i Co.Co.Co. che esclude in maniera netta gli iscritti ad Ordini o Albi che sono milioni e non tutti ricchi Commercialisti.
Tralasciando la eticità della misura, che indennizza chi lavora n maniera inferiore rispetto a chi non ha lavorato percependo il reddito di cittadinanza, (oltre settecento euro).
La mancanza di liquidità dei commercianti, degli artigiani, che magari pur rientrando in quei servizi “essenziali” non tenuti alla chiusura, non hanno visto più un Cliente, per effetto del trend #iorestoacasa , avrà un effetto devastante per la nostra economia, se non affrontato in maniera seria.
L’impatto economico della epidemia che stiamo affrontando, soprattutto se si protrarrà per altri mesi, non può essere affrontato con le misure esigue ed evanescenti approntate.
Uniamoci, amiamoci,
l’Unione, e l’amore
Rivelano ai Popoli
Le vie del Signore;
Giuriamo far libero
Il suolo natìo:
Uniti per Dio
Chi vincer ci può?
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.