Questo dominio, non apre una vetrina online, ma può fornire la ricetta per far ripartire le imprese dello stivale.
In un paese come l’Italia dove da oltre un lustro il PIL è in contrizione, il settore dell’e-commerce, invece è in costante crescita, come dimostrano i dati esposti nello Studio patrocinato dalla Camera di Commercio di Milano, sullo stato del commercio elettronico in Italia.
Nel 2014 l'e-commerce ha avuto ancora una crescita dell’8%, con un fatturato di oltre 24 miliardi di euro, crescita però, che vista in ottica globale, risulta ancora lenta e limitata, se si pensa al ritmo galoppante del trend mondiale, che crescerà quest’anno del 20,9%, con un fatturato per il B2C che raggiungerà a fine anno i 16.000 miliardi di dollari.
Come è possibile immaginare, Stati Uniti e Cina faranno la parte dei frontrunner, con gli eredi dell’Imperatore giallo, in forte accelerazione, con previsioni di fatturato di circa 1000 miliardi di dollari per il 2018 (40% del mercato globale).
In Europa, l’Unione Europea ha colto l’importanza del settore tempestivamente ed ha sviluppato un piano di crescita (Digital Growth) per le piccole medie imprese nel periodo 2014-2020, con l’obiettivo di portare almeno un terzo delle imprese, nel 2020, ad avere un proprio commercio online.
Neanche a dirlo,invece, in Italia le istituzioni sono indietro nell’avvertire l’importanza del settore, come ha pubblicamente dichiarato il Vice Presidente della Camera Di Maio (M5S), all’incontro annuale dei “wwworkers” (la job community dei lavoratori della rete) che si è svolto, come ogni anno, presso Palazzo Montecitorio.
Per le PMI italiane però, questo è un treno che passa ad alta velocità (sic!) e sul quale bisogna saltare senza paure, per diverse ragioni:
- Dati alla mano. Negli ultimi dieci anni, mentre la crisi ha contratto i consumi ed il PIL del nostro paese, il fatturato dell’e-commerce, nonostante la crescita rallentata degli ultimi anni (solo +6% nel 2013, e +8% nel 2014), è passato dagli 1,6 miliardi del 2004 ai 24,2 miliardi del 2014, ciò conferma la costante evoluzione.
- La possibilità di utilizzo dei Marketplace. I veri dominatori del commercio online. La grandi piattaforme di servizi (Amazon, Ebay, Alibabà, etc), che in Cina, già gestiscono oltre metà del transato on line (Econsultancy,2014), successo dovuto alla relazione con i clienti, che cercano sempre la massima possibilità di scelta per non dover cercare su più siti. Per le imprese italiane fare e-commerce attraverso l’utilizzo dei Marketplace (Amazon, Ebay, etc.), risolve il problema della difficile collocazione del brand online, e rappresenta l’opportunità di presentare i propri prodotti a potenziali centinaia di milioni di clienti, un pubblico smisurato, non psicologicamente sfinito come quello interno, devastato dalla crisi ultra quinquennale e psicologicamente motivato al risparmio.
- Le difficoltà logistiche saranno in breve superate dalla adozione dei modelli che si vanno via via sviluppando dalle esperienze d’oltreoceano. Già in Italia i maggiori vettori hanno presenti oltre 400 locker (distributori dove ritirare la merce e documenti 24h su 24h), ma sono le soluzioni alternative già presenti in altri paese a costituire la chiave di volta: la affiliazione di negozi di vicinanza come punti di consegna, ovvero l’adozione del modello click and collect, in cui si acquista on line e si passano a raccogliere i beni in un luogo di raccolta del venditore, con risparmio sui costi di consegna.
Una circostanza da non sottovalutare è che anche la politica comunitaria punta allo sviluppo del settore di economia digitale, con aiuti ed interventi concreti come il Digital Growth, e gli interventi finalizzati ad abbassare le commissioni bancarie sui pagamenti e transazioni con moneta digitale, senza contare gli incentivi per le imprese digitali.
Investimenti limitati, e l’apertura ad un pubblico estero più ampio e diverso, contando sull’appeal dato dal Made in Italy, sono le ragioni chiare per prendere questo treno in corsa, mentre la crescita esponenziale del mobile commerce, attraverso tablet e smartphone, testimonia che è questa la strada del futuro, oramai prossimo, e non coglierlo vuol dire uscire fuori dal mercato, in breve.
Fonte: di Giacomo Sole